Sono quasi 40 anni che sostengo il valore generato dal mercato azionario, pur nella sua volatilità (o forse grazie alla sua volatilità) , ma oggi voglio parlare di obbligazioni.

Una volta, per bilanciare i rischi dei mercati azionari si compravano titoli di stato o comunque obbligazioni in grado di generare un flusso di reddito e garantire il capitale a scadenza.

Oggi le cose sono cambiate ? Forse no o forse dipende, vediamo perchè.

Da inizio anno si sta verificando, nel comparto obbligazionario, il più lungo e profondo sell off ( discesa continua dei prezzi per i meno “tecnici”) da moltissimi anni . Giusto per fare un esempio pratico, il BTP con scadenza dicembre 2031 con cedola 0,95 % ad inizio anno valeva circa 100 e quindi offriva un misero 1% scarso di rendimento annuo a scadenza, troppo poco per le aspettative di inflazione. Ma siccome i mercati hanno di bello che si adeguano presto agli scenari, ecco che se lo compriamo oggi lo paghiamo 84 e quindi il rendimento a scadenza sale al 2,73 % annuo , che già è abbastanza vicino al target di inflazione che ancora qualche coraggioso analista vede per il futuro anno, guerra e pandemia permettendo.

Lo sfortunato possessore di questo titolo titolo ha la garanzia che a scadenza avrà sempre il suo capitale , ma dovrà aspettare diversi anni affinchè il prezzo ritorni a 100, mentre se lo vende adesso perderà più di quanto avrebbe perso se avesse investito in un mix di azioni internazionali , apparentemente molto pericolose.

Quale è la morale di questo ragionamento ?

Chi sta perdendo recupererà, con calma, ma per chi adesso ha liquidità il mercato obbligazionario è ritornato ad essere, dopo anni di rendimenti negativi e grazie al profondo e rapido calo dei prezzi , di nuovo una asset class da tener presente nella costruzione di un portafoglio income (che genera reddito) . Insomma chi ha i soldi fermi sul conto corrente in attesa di non si sa che cosa , può farci un pensierino, anche perchè se le obbligazioni rendono poco il conto corrente rende ZERO. E’ una semplice constatazione.

Ovviamente a seconda della durata , del grado di rischio espresso dal rating ed infine della valuta , si possono creare strutture di investimento con attese di rendimento anche molto più alte di quelle che esprime un BTP che scade tra 5 o 10 anni. Ma sempre accettando un determinato livello di volatilità. Nessun pasto in finanza è gratis.

Insomma una volta il classico mercato obbligazionario aveva la sua ragione d’essere nella costruzione di un portafoglio , per qualche anno è stato praticamente un posto per comprare rischio senza rendimento (ma in molti non se ne sono neanche accorti) ed ora, con giudizio, grazie a questa crisi possiamo ritornare ad investirci, per mitigare almeno in parte la tassa occulta dell’inflazione.

Paolo Zanoboni