Finalmente la notizia che tutti avremmo voluto sentire, in modo ufficiale l’OMS decreta che la Pandemia è finita. Certo, a livello globale abbiamo lasciato “sul campo” milioni di morti , tragedie che non sono compensabili con nulla, una situazione di limitazione della libertà per 3 anni che difficilmente sarebbe stata immaginabile, anche da uno scrittore di fantascienza.
Ora è rimasto il ricordo, le foto, tante storie di persone che hanno dovuto fare grandi cambiamenti di lavoro o di vita, ma anche la voglia di far tesoro di quanto abbiamo appreso , a caro prezzo, da questa dura fase per la vita del pianeta. Più volte abbiamo pensato “adesso è finita, si riparte” ma ci siamo ricreduti… tra nuove varianti e nuovi vaccini sembrava non finisse più , ma alla fine anche in Cina dove è partito il maledetto virus , all’inizio del 2023 si è deciso di dire addio ai lockdown ed alla cosiddetta politica zero-covid.
Insomma adesso è un FILM diverso, speriamo di non vedere più come nel marzo 2020 i capi di ogni stato in collegamento web globale per gestire l’emergenza, ma di sicuro milioni di persone hanno imparato a farlo, per seguire webinar, informarsi, comunicare con i parenti lontani e sopratutto per lavorare da casa, lo smart working, oggi ormai diventata una forma “normale” per lavorare in modo efficiente creando risparmi su grande scala. E’ aumentata la sensibilità ai temi della sostenibilità, il concetto di energia pulita attraversa il mondo e genera trasformazioni epocali in ogni campo, una vera rivoluzione green con ovvie conseguenze anche sui mercati finanziari, introducendo nuovi criteri di classificazione delle aziende ed anche dei prodotti finanziari , la cosiddetta tassonomia.
Ma ci è rimasta anche una eredità scomoda, l’inflazione, causata dalle politiche espansive e dalla guerra in Ucraina che certamente ci ha messo del suo come la benzina sul fuoco, almeno in Europa. Le stesse Banche Centrali che hanno elargito denaro per combattere la fase iniziale della pandemia adesso si trovano, alleate, nel combattere operando in modo opposto, in gergo tecnico direi restrittivo, per frenare i consumi e quindi la risalita dei prezzi, agendo sul costo del denaro.
Proprio nei giorni scorsi sia la Fed che la BCE hanno alzato di 25 punti base, forse l’ultimo rialzo per l’America, forse il penultimo per l’Europa , praticamente ormai ad un passo dal punto di “PIVOT”, con lo scopo di frenare i consumi ed a mio parere anche i mercati finanziari, si anche i mercati finanziari in modo intenzionale ma spinti da un fine nobile, perchè l‘inflazione è una TASSA che paga il cittadino in modo silenzioso, subdolo, asintomatico ed in modo generalizzato , mentre il costo del mutuo o del finanziamento che aumenta riguarda solo i debitori ed in particolare solo quelli a tasso variabile. Ma il tempo per capire e per convertire a tasso fisso tutti lo abbiamo avuto, figuriamoci le aziende.
Ma se per frenare l’inflazione bisogna frenare i consumi e l’euforia di natura finanziaria (che a sua volta genera maggiori consumi) , fermando sul nascere ogni timida ripresa di bond ed azioni anche con altri mezzi alternativi, che sia la presunta crisi bancaria di marzo, poi a mio avviso palesemente diventata una tempesta in un bicchier d’acqua o perlomeno circoscritta ad alcune banche regionali americane, piuttosto che la minaccia della Moody’s di retrocedere a Junk Bond il Debito Italiano (quello che sta accadendo da mesi) , è evidente che spunta il termine sinistro RECESSIONE, per qualcuno sinonimo di ecatombe.
Però a mio modesto avviso non è così , la storia insegna che durante le ultime 4 recessioni i mercati finanziari sono saliti, perchè in tal caso i tassi di solito tendono a scendere e ciò fa bene sia ai mercati obbligazionari che a quelli azionari. Mi si dirà che esitono tanti tipi di recessione e molte più variabili di quante ce ne fossero in passato, da quelle geopolitche a quelle belliche, è vero, ma se non esistono certezze positive non ci si può neanche fasciare la testa per un problema, la recessione, che ancora di fatto non accenna manifestarsi . A mio avviso in certe fasi di discontinuità è bene non lasciarci travolgere dalla cronaca e guardare ai numeri in modo asettico e con un pizzico di fiducia nel futuro.
Nei giorni scorsi tra le tante trimestrali che sono uscite (quasi tutte migliori delle attese) è uscita pure quella della Coca Cola, risultata migliore delle attese perchè , secondo gli analisti , ha beneficiato dell’aumento del prezzo del suo famoso e misterioso prodotto, aumento che in tutto il mondo ha fatto ovviamente pagare a noi consumatori, dal più povero al più ricco.
Ho pensato che la Coca Cola ha il cosiddetto power pricing , cioè la capacità di aumentare il prezzo a suo piacimento senza diminuire le vendite, ma il consumatore finale che non ha risparmi da investire non ha difese perchè paga l’inflazione al 100 per cento, però se ha dei risparmi ma li tiene sul conto corrente potrebbe teoricamente difendersi, ma non lo fa per paura di perdere ulteriormente soldi e quindi la paga lo stesso al 100 per cento , mentre se investe nelle azioni della Coca Cola, diventando socio di Warren Buffet che è il primo e più noto azionista di questa meravigliosa storia di successo, chiaramente nel tempo avrà dei benefici , perchè l’azionista guarda ai bilanci mentre l’investitore guarda le quotazioni giornaliere. Nel tempo le aziende sane producono ricchezza, indipendentemente dai saliscendi dei mercati nel breve termine ma che alla fine si riallineano alla realtà economica sottostante.
Per concludere, usando la metafora del FILM, direi che se i trend di mercato sono dei film, il finale in realtà è diverso per ognuno di noi, perchè dipende dalle nostre scelte individuali, dalla capacità di guardare oltre e di mantenere la strategia .
Buona visione a tutti!
Paolo Zanoboni
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