Dopo averlo ben conosciuto negli ormai lontani anni 70, il termine inflazione è uscito dai libri di economia per rientrare, prepotentemente, nei discorsi che facciamo tra amici e parenti, oppure in famiglia, per ragionare su come la rata del mutuo sia diventata troppo alta, piuttosto che il costo della classica spesa settimanale sia ormai diventato un componente ingombrante del bilancio familiare di una famiglia. Come fosse un incendio che brucia il nostro tenore di vita, che attenta ai nostri risparmi.

Ebbene, se l’inflazione è l’incendio, forse non tutti hanno capito che il pompiere sono le Banche Centrali, in particolare quella Americana (la FED) e quella Europea (la BCE) , che periodicamente si riuniscono per decidere se alzare il costo del denaro (i famosi tassi) oppure no, con l’obiettivo di togliere l’ossigeno a questo incendio e farlo spengere piano piano.

Ma se l’inflazione ci mangia il tenore di vita ed è una malattia da curare e l’aumento del costo del denaro è la medicina amara somministrata dalle Banche Centrali attraverso l’aumento delle rate del mutuo, piuttosto che del finanziamento per l’acquisto della macchina, dal punto di vista del cittadino possono sembrare quasi la stessa cosa, due diversi aspetti della stessa malattia econonica, ma in realtà non è così, semplicemente perchè i tassi salgono proprio per fermare l’inflazione.

Mi spiego meglio, se prendiamo una brutta infezione e ci curiamo con gli antibiotici (che in questo caso sono i tassi) , l’obiettivo è guarire al più presto non finire prima dei canonici 5 giorni gli antibiotici. Nel caso dei tassi non si tratta purtroppo di 5 giorni ma di ripetuti aumenti del costo del denaro al fine di somministrare una dose di “sana recessione” all’economia e raffreddare i consumi (e magari anche i mercati finanziari), anche con l’aiuto di dichiarazioni post aumento che non lascino intravedere alcun tentennamento sulla direzione restrittiva delle politiche monetarie.

Questa riflessione per provare a guardare sotto una luce diversa il comportamento della Lagarde, spesso criticata come una incompetente, piuttosto che Jerome Powell che decide per esempio di fare una “pausa” , ma annunciando che probabilmente continuerà a luglio e settembre con altri rialzi, anche in presenza di una inflazione in discesa.

Powell ha comunicato qualcosa non semplice da decifrare , forse perchè ha dovuto dare un colpo alla botte dei democratici ed un colpo al cerchio dei repubblicani ? Forse perchè il America se i mercati salgono gli investitori spendono di più e l’inflazione risale ? Forse per entrambre le ragioni ?

Come si dice , lo scopriremo solo vivendo…nel frattempo la Lagarde va dritta al punto dicendo che non farà alcuna pausa e che l’obiettivo del 2% di inflazione deve essere ragguinto ad ogni costo (in questo caso del denaro…)

Pare che l’inflazione stia scendendo più del previsto e che questa tendenza potrebbe prender forza dopo l’estate , vedremo , intanto paesi con la Spagna sono già al 2%, perchè non dovrebbe essere possibile anche per altri partner europei ?

Osservo che se la salita repentina dei tassi è stata la causa del violento sell off dei mercati finanziari degli ultimi 18 mesi, l’innesco di una tendenza contraria dovrebbe produrre l’effetto opposto.

Ricordo a chi ne vuole trarre uno spunto operativo , che i mercati giocano di anticipo, non prezzano l’attualità ma le aspettative.

Buona paziente attesa

Paolo Zanoboni